Chi siamo
Vivo a Pisa. Al numero 99 di Via San Francesco si trova la Libreria dei Ragazzi.
Dicono che sia lì da tanto tanto tempo, da prima che io nascessi e da prima che nascesse il mio babbo ed il babbo del mio babbo…insomma da sempre. Dal 1975 ed io non conosco proprio nessuno che sia nato in quell’anno, a parte Arturo, il mio gatto nero, che però è morto di vecchiaia quando io ero piccolo così.
Tende rosse e scritta gialla, spunta dall’inizio della via e le coloratissime vetrine sono sempre ricche di tante novità: lombrichi che litigano con insetti stecco, formiche giganti, nonne rapper, gorilla raffreddati, ippopotami a dieta, scarabei stercorari alla ricerca della palla di sterco perduta.
Tutti i giorni, ma proprio tuttissimi, appena uscito da scuola che è poco più in là, sono circa 231- 232 passi contati, mi fermo a guardare appiccicato al vetro, come quando scelgo il gusto del gelato, poi mi fanno cenno di entrare ed io mi precipito dentro come un ninja armato di katana e comincia l’avventura.
E’ una libreria grande così, quasi come un castello delle fiabe con tante stanze, fontane, ponti, mosaici, stemmi, saloni e chi più ne ha più ne metta.
Se esiste un posto meglio di questo, me lo dovete dire voi perché io proprio non lo conosco. Forse è a pari merito con il parco dei divertimenti sotto casa mia il sabato pomeriggio ma ci devo pensare. Ecco ci ho pensato: preferisco la Libreria dei Ragazzi perché al parco nessun bambino vuol giocare con me agli indovinelli ed io mi sento triste, proprio come quando la sera devo mangiare il minestrone.
“Chi ha la coda ma non gliela pesti mai? Il pianoforte. Chi ha la vita appesa ad un filo? Il ragno”. I miei amici mi dicono di farla finita perché sono noioso, loro invece giocano alla play- station e, secondo me, danno un sacco di filo da torcere.
Appena entrato in libreria, ho sempre un po’ paura di perdermi e di essere catturato da un drago gigante o di finire in un vortice colorato dove le nuvole vanno alla velocità della luce e le stelle sono verdi fluorescenti e la testa mi gira sul serio.
Sì perché a me sembra che tutto lì dentro sia animato: libri canterini, giochi parlanti, tappeti volanti ed alabarde spaziali.
Poi mi metto bello comodo sul banchetto in legno, come a scuola, e mi diverto a sfogliare i librini per la mia età, anche se a me piacciono di più quelli per i ragazzi più grandi con illustrazioni mostruose di zombi e vampiri ed avventure spericolate magari a bordo di una mongolfiera o nella profondità degli abissi marini.
Ad essere proprio sinceri, fino a poco tempo fa, io non ci credevo neanche ai mostri e pensavo fossero solo un’invenzione degli adulti per spaventare i bambini. Ora invece ci credo tantissimo.
E così la giornata passa in un baleno, a combattere draghi e bestie spaventose con la saliva puzzolente ed un unico occhio gigante.
E’ proprio nella prima stanza che ci sono i libri per me che sono piccolo ma non troppo, diciamo medio.
Nella seconda stanza, invece, ci andrò fra qualche anno perché è pieno zeppo di libri di scienza, storia, arte, insomma una roba da grandi. Anche se, ad essere sincero, a me la storia proprio non piace, mi fa quasi vomitare e questa è la verità vera.
Subito dopo c’è la sezione dedicata ai giochi didattici, che, mi hanno spiegato, significa che giocando si impara ed infatti è proprio così, l’ho sperimentato io sulla mia pelle. E’ divertente cercare le lettere dell’alfabeto nella foresta vergine o contare le uova ripassando le tabelline. Mi hanno detto che questi giochi sviluppano l’intelligenza, anche se io sono già il primo della mia classe.
In fondissimo c’è la stanza dedicata ai piccoli ma proprio piccoli, insomma nati da due – tre giorni ma io non ci vado quasi mai perché lì mi annoio a mille ed i bambini fanno un sacco di lagne.
Ed ecco Raoul, il libraio.
E’ grande e grosso, un po’ nero perché mia mamma mi ha detto che è nato in Eritrea che penso sia dalle parti dell’Africa più o meno.
Io non sono mai stato in Africa ma da quello che ho letto, lì è pieno zeppo di baobab piantati sottosopra per punizione e le persone sono sempre sorridenti anche se sono povere, non hanno l’acqua e ci sono le guerre, le giraffe sono molto vanitose e, per esempio, può succedere che tu cammini sulla sabbia del deserto e ad un tratto ti trovi di fronte il mare.
Raoul è speciale perché sa leggere.
Sa leggere nel cuore e negli occhi di tutti i bambini del mondo, ma proprio tutti, anche delle femmine e degli stranieri, e riesce sempre a trovare il libro adatto ad ogni situazione, ed i bambini, si sa, sono capricciosi, almeno così dicono i grandi.
Se mi aggiro tra i libri con un muso grande così, Raoul sceglie per me “Che rabbia!”, se entro in libreria saltellando allegramente, Raoul mi consiglia “Sono io il più forte”, quando sono indeciso salta fuori con “Un colore tutto mio”, quando faccio il timido “La grande fabbrica delle parole”, quando mi sento un pochino innamorato, ma non succede quasi mai perché le femmine sono noiose, ecco “Il bacio più grande” e se sono affamato, e succede quasi sempre, “Il piccolo bruco mai sazio”.
Raoul sa leggere anche la mia sorellina, che se lo merita zero perché parla un po’ troppo per i miei gusti, a lei consiglia “Peppina Girò, topina piccina piccina picciò” o “Fiabe da far paura (appena appena, non tanto)” o “Voglio tutto rosa”, perché lei è fissata con il colore rosa che a me fa schifo! Il mio colore preferito è il blu del mare però, non del cielo.
Io non so proprio come faccia ma Raoul ci azzecca sempre.
La mamma dice che “le sue storie sono piene di poesia, leggerezza e incanto” ed io, infatti, resto davvero incantato, come quando vedo una torta di tre piani con la panna o una bici da cross rossa fiammante.
A tutti i bambini come me ed ai grandi che li accompagnano, perché la mamma dice sempre che siamo ancora troppo piccoli per andare in giro da soli, Raoul non vende libri ma racconta una storia e, attraverso i suoi racconti, a me sembra di volare con la fantasia e di conoscere altre persone.
La mamma dice sempre che “il nostro libraio ci fa entrare in empatia con i personaggi e ci fa vedere il mondo attraverso occhi che non sono i nostri”, anche se io questa Sig.ra Empatia proprio non la conosco e quanto ai miei occhi, porto gli occhiali spessi così da quando ero piccolo.
Penso che tutti i bambini come me, ed anche le femmine che se lo meritano zero, avrebbero bisogno di un libraio che sappia leggere perché, come dice la mamma, “i libri stimolano l’immaginazione e l’immaginazione è l’unica cosa che ci salverà” insieme alla cioccolata, dico io.